Giorgio Ghersani
Lampedusa
Su questo pietrone, tra luglio e agosto la gente passa dalle quattromila anime dei locali ad un’orda turistica dieci volte più grande.
Molti vanno in barca, a cercare le calette più appartate e deserte – per poi scoprire che c’è sempre qualcun altro che è arrivato prima.
La maggioranza invece viaggia rumorosamente su una miriade di scooter a noleggio, (s)vestito da mare, con destinazione cala Pisana, o la Guitgia, o la Creta, e si ritrova, compatta, sdraiata sotto gli ombrelloni.
Ma tutti, prima o poi, si incontrano su quella meraviglia della natura che è la spiaggia dei Conigli, in un tripudio di bambini asciugamani creme protettive creme abbronzanti maschere boccagli pinne cuffie gelati merendine giocattoli e occhialini da snorkeling.
Allora, anch’io prendo la moto...
“Dove vai ?”
“A far foto all’interno.”
“Ma non c’è niente...!”
“Ah, non c’è niente? Benissimo...”
Lampedusa comincia a piacermi.